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I RINFORZI NELLE STRUTTURE VOLTATE IN CAMORCANNA

L’edilizia storica monumentale italiana è caratterizzata da chiese, teatri, palazzi nobiliari etc, che presentano volte leggere dette in “camorcanna” o false volte, realizzate con stuoiati di canne e intonaco appesi a centine lignee. Al loro intradosso presentano spesso cicli pittorici e decorazioni di notevole valore artistico.

Tali volte sono diffuse un po’ ovunque in tutta Italia e presentano caratteristiche spesso differenti relativamente ai materiali adottati e al tipo di connessioni tra gli elementi costituenti il sistema strutturale. Hanno il vantaggio di essere molto leggere, di veloce esecuzione e di avere una efficace capacità coibente.

Il sistema costruttivo nasce dall’esigenza di tenere sospesa una malta di intonaco per mascherare o abbellire le travi dei solai oppure per impreziosire i volumi interni.

Già noto in epoca romana, utilizzato per intonacare pareti e soffitti dei bagni con malte prevalentemente di gesso, il sistema è escogitato per essere una cassaforma leggera ed economica, a perdere, costituita da una superficie corrugata su cui applicare la malta; una superficie in grado anche di impedire fessure di ritiro o il distacco di eventuali parti sconnesse.

La tecnica realizzativa di queste volte trae origine verosimilmente dai sistemi di centinatura utilizzati per la realizzazione di archi e volte in muratura, che consisteva nella realizzazione di una struttura lignea principale con tessitura rivolta secondo la direzione del lato corto, al di sotto del quale si applicava il rivestimento fatto generalmente da una stuoia di canne; le canne utilizzate potevano essere intere o spezzate a metà o in più parti secondo l’asse longitudinale.

Terminata l’operazione preliminare di “casseratura” si passava alla stesura dell’intonaco nei suoi strati caratteristici, come ad esempio del rinzaffo, dell’arriccio e della stabilitura. La superfice intradossale era quindi pronta per essere dipinta o decorata con stucchi di pregio.

Tale sistema costruttivo, che vede il periodo di maggiore diffusione nel XIX secolo, era presente sia nelle chiese che negli edifici signorili e date le qualità di leggerezza e di economicità, successivamente si prestò bene anche per controsoffittare i teatri, conformandosi in maniera da assumere la migliore curvatura per una buona acustica.

A seconda della conformazione delle centine le volte in camorcanna si possono distinguere due differenti tipologie costruttive:

- soffitti a curvatura ridotta (plafoni) che ha trovato largo impiego nelle coperture delle sale dei teatri;

- volte centinate utilizzate in ambienti di particolare importanza, quando si voleva un soffitto che presentasse una superficie ben curva  e ben decorata, che ha trovato la massima espressione nelle chiese e nei palazzi signorili.

Con quest’ultima tipologia si trovano volte delle più svariate geometrie fra cui le più frequenti sono a botte, a padiglione, a crociera, a schifo, con lunette, a catino e più raramente a cupola.

Molte volte in camorcanna si trovano, oggi in precarie condizioni di conservazione, sia per fattori di degrado intrinseci ai materiali con cui sono costituiti, sia per l’insorgere di fenomeni di dissesto connessi ad eventi particolari come sismi e molto più frequentemente sconnessioni che caratterizzano la struttura portante delle volte e cioè centine e studiato.

 

Il degrado naturale di tali strutture è fortemente condizionante, in quanto canne, gesso, legno e collegamenti metallici, sono tutti elementi fortemente deteriorabili, se si aggiunge inoltre che tali elementi sono posizionati a separazione di un sottotetto ed un vano abitato con forti sbalzi termici e molte volte soggette ad infiltrazione di acqua piovana, è facile intuire i degradi che si possono innestare in tali strutture.

Allo stato attuale, le tradizionali tecniche di intervento per il recupero e la messa in sicurezza di tali strutture, basato su “cappe” estradossali in tela di juta e gesso per il consolidamento del tessuto di canne e dell’intonaco e sul rinforzo delle centine lignee mediante sostituzione o rinforzo degli elementi, sono state sostituite da una unica operazione che prevede l’applicazione di fasciature di materiali compositi (FRP), e più specificatamente in fibra di vetro monodirezioneale e resina epossidica, applicate a fasce sull’intera superficie della volta e risvoltate sulle centine.

Tale intervento permette di riagganciare la camorcanna alla struttura lignea portante, rafforzando quest’ultima e al contempo permette il consolidamento dell’intonaco dall’estradosso, limitando notevolmente l’aumento dei pesi (le tradizionali tecniche di intervento con “cappe” in gesso e tela di juta, invece hanno il difetto di incrementare notevolmente i carichi verticali in gioco, anche del 100%, sulla strutture).

In questo caso i tessuti in fibra di vetro sostituiscono la tela di juta e le resine epossidiche il gesso, riagganciando l’incannucciato alla struttura lignea portante e consolidando quest’ultima aumentandone le caratteristiche meccaniche.

Il consolidamento con FRP comporta alla struttura voltata un sovraccarico di circa 4-10 daN/mq, assolutamente trascurabili anche in relazione ai benefici introdotti e di gran lunga minori rispetto agli interventi del passato costituite dalle cappe in juta e gesso.